Voliamo con una compagnia low cost turca. Non è male ma io ho la febbre alta e non mi godo molto il viaggio. Ci riposiamo e poi visitiamo l’esterno della Moschea Mohammed Al Ameen che è proprio a pochi passi dall’Hotel e che, specialmente di sera, illuminata di blu è incantevole. Verso sera gironzoliamo nella nuova Mall of Grand Oman. E’ una mall frequentatissima con negozi lussuosissimi ed un Carefour. All’interno c’è anche una pista di pattinaggio con tanto di villaggio natalizio e scenografie in stile svizzero. In un favoloso negozio di cioccolatini dove ci siamo fermati ad ammirare la vetrina coloratissima ci offrono cioccolatini squisiti (che poi ci dicono essere fatti con cioccolato e pistacchi italiani). Compriamo pasticcini turchi e ceniamo in un ristorante con cucina omanita (sempre dentro la mall dove ci sono ristoranti con tutti i tipi di cucina orientale tranne quella cinese). Non capiamo bene il menù ed ordiniamo una quantità di cibo esagerata, tutti piattini con assaggini diversi (tutti deliziosi). Nei negozi le merci sono quasi tutte di gusto occidentale di alto livello. Le donne portano tutte vestito e velo nero con solo il viso oppure solo gli occhi fuori, e gli uomini indossano un vestito bianco con cappello ricamato.
Al mattino visitiamo il mercato del pesce, che nonostante sia modernissimo e pulitissimo, ha un fascino particolare legato alle persone che lo affollano. I compratori sono omaniti dal vestito bianco immacolato, ed i venditori sono pakistani con il turbante. Tutti sono molto gentili e disposti a farsi fotografare. I pesci sono talvolta molto colorati e di specie che non abbiamo mai visto. Camminiamo sulla “cornice” che costeggia il porto e raggiungiamo il souk, poi prendiamo la macchina e seguendo la costa arriviamo fino all’improbabile palazzo del sultano ed alla medina, che in realtà è un insieme di palazzi governativi. Proseguiamo un pochino sulla costa, dove dall’alto vediamo un mare di un blu incredibile. Torniamo a riposarci (anche perché io ho ancora la febbre alta). Verso sera usciamo di nuovo ed andiamo ad ammirare il tramonto dalla cima del forte di Al Bustan che si trova su un alto affioramento roccioso in prossimità della “cornice”. Lo spettacolo è molto suggestivo, ed ancora di più lo è ascoltare la preghiera della sera da tutti i minareti dei dintorni. Chiacchieriamo un po’ con una simpatica famiglia sudafricana che dice di trovarsi benissimo in Oman. Per cena torniamo al centro commerciale.
Al mattino visitiamo la grande moschea di Quaboos. Sapevo di dover avere capo, gambe e braccia completamente coperti, per questo motivo, nonostante il caldo, avevo indossato una gonna di seta lunga fino ai piedi e sopra la maglietta una felpa con le maniche lunghe ed un velo di seta per coprire il capo. Ma all’ingresso non ho superato l’ispezione dei sorveglianti, che mi hanno contestato il fatto, che se camminavo, da uno spacchetto laterale della gonna, si vedevano le caviglie ed un pezzettino di polpaccio. Allora ho messo l’ampio foulard che volevo usare per il capo sopra alla gonna in modo da coprire gli spacchi ed ho tirato su il cappuccio della felpa per coprire il capo. Neanche questo andava bene, perché il foulard era un capo che serviva a coprire la testa, e non poteva venire usato per coprire la gonna. Sono tornata in macchina dove con qualche acrobazia per non essere visibile, ho sostituito la gonna con un paio di pantaloni lunghi, e mi sono messa in testa il foulard. Neanche in questo caso ho superato l’esame perché non ho indossato correttamente il velo, in quanto non copriva completamente il mento ed era sfuggita una ciocca di capelli. Ho provato ad indossare il velo come vedevo fare alle omanite ma i miei tentativi piuttosto maldestri strappavano risatine alla ragazza di guardia alla porta. Alla fine ho chiesto a lei se poteva gentilmente sistemarmi il velo in modo appropriato, si è sorpresa perché loro indossano il velo tutti i giorni da quando hanno 7 anni, ma con un bel sorriso, ed una maestria degna di nota, mi ha sistemato il velo e FINALMENTE sono potuta entrare. In effetti valevano la pena tutti i miei sforzi perché la moschea in effetti è splendida e maestosa nella sua enormità, ed anche se non è antica è veramente notevole. Finita la visita abbiamo ripreso il viaggio seguendo la costa verso est. Ci siamo fermati a visitare il Bimaha sink hole che è una dolina sprofondata nel terreno carsico che si è riempita di acqua turchese. E’ molto profonda ed ampia ed alcune persone vi facevano il bagno. Abbiamo poi proseguito fino a visitare l’inizio del Wadi Tiwi, che è una valle molto stretta e ripida scavata da un torrente che al momento era quasi secco, ma che in caso di pioggia si trasforma rapidamente in un turbine di acqua in grado di spezzare via tuto quello che trova, auto comprese.
Il paesaggio era molto interessante. Ripreso il viaggio sulla bellissima costa siamo giunti fino a Sur che è in una posizione strategica su una penisola in una baia protetta. E’ famosa per la produzione dei dow (barche tradizionali di legno). Siamo andati a visitare il cantiere navale, ed è molto interessante vedere la maestria degli artigiani al lavoro, ed entrare dentro uno scafo non finito. Ci siamo poi goduti il tramonto su una penisola della baia e dopo uno spuntino siamo andati a Ras al Ginz che è il più famoso centro per la protezione delle tartarughe dell’Oman. Al buio abbiamo potuto osservare le tartarughe deporre le uova. In effetti le tartarughe nidificano liberamente su tutta la costa omanita, ma qui ti conducono a vederle con una pila a luce rossa per non disturbarle. Siamo tornati a dormire a Sur dove il gestore della pensione è stato molto gentile nel darci suggerimenti su come proseguire il viaggio il giorno successivo.
Proseguiamo lungo la strada costiera fino a Ras al Hadd dove visitiamo il forte (molto bello) che da un senso di assoluta solitudine. Il paesaggio è desertico ed il mare blu. Proseguiamo tra paludi popolate di uccelli fino a Al Ashkharan (paesino di pescatori), poi ci addentriamo verso l’interno (deserto) e visitiamo (all’esterno) il forte di Al Ian Bani Bu Hassan. Per il tramonto di fine d’anno ci addentriamo tra le dune e ne scegliamo una su cui realizziamo il video con i saluti di fine anno per i nostri amici. Ceniamo nel villaggio di Abbibiya in un Kebab.
incontaminata e parte della sua storia (la tonnara) il tragitto a piedi è corto ma vario.
Arrivando da Catania si possono ammirare le famose raffinerie siciliane lungo tutta la costa e l’hanno riempito tutta. Ora non posso criticare più di tanto in quanto uso quotidianamente la macchina e la moto, quindi ho bisogno di energia, ma potrebbero bonificare le zone non più in uso, e ridare vita a tutti i terreni non utilizzati.
1/1 Al Kamil>Nizwa. Appena partiti lungo la strada vediamo gruppi di cammelli e cammellieri e ci fermiamo incuriositi. Ad Al Ghabbi, non lontano dalla strada troviamo un circuito dove vengono allenati i cammelli di 1-2-3 anni per prepararli alle prossime gare. I cammelli hanno sulla gobba un dispositivo radio attraverso il quale l’addestratore li incita (e stimola con piccole scariche elettriche). Naturalmente fotografiamo tantissimo ed un beduino ci invita a casa sua. Proseguiamo alla ricerca del forte di Al Mintirib poi Al Wasil. Ci infiliamo su strade secondarie tra le dune in direzione dei campi tendati frequentatissimi dai turisti. Attraversiamo Ibra e proseguiamo alla volta di Nizwa. Qui visitiamo il forte che è veramente maestoso ed interessante, nonché restaurato benissimo. Visitiamo il vecchio souk e gironzoliamo per il quartiere vecchio dove tutte le costruzioni sono di adobe. Molte sono crollate all’interno ma sono in fase di restauro. Si vedono ancora stupendi portoni intagliati e la sensazione è di gironzolare in un labirinto dove ti aspetti di vedere da un momento all’altro Aladino con la sua lampada. Invece incontri gruppi (rigorosamente divisi per sesso) di giovani eleganti che passano da un bar all’altro prima di recarsi in una delle tante mosche piene di minareti.
Visitiamo la città diroccata di Tanuf dove due gatti ci inseguono e miagolano fortissimo per farci capire di avere fame e per farsi coccolare. Visitamo il villaggio di Al Hamra dove sono presenti edifici in terra di molti piani (un po’ simili alle costruzioni Yemenite) ed il villaggio di Misfah che è molto scosceso e si trova in cima a rocce erose. Dal villaggio scende un intricato sistema di canali per irrigare i frutteti che circondano il villaggio. Ci fermiamo all’Old House Halwa caffè, che è un vero nido d’aquila, con una vista spettacolare (anche l’Halva, che è una pasta di datteri dolcissima non è male). Scendiamo all’ingresso delle Hoota caves (esaminati i cartelloni non ci sembrano un granché e quindi non entriamo), proseguiamo invece verso il passo di Al Hamra dove si ha una vista panoramica sul canyon retrostante. Scendiamo verso Baha che ha un bel forte ed una città antica e proseguiamo per Jabrim dove visitiamo un bellissimo forte che con la luce del tramonto diventa dorato. Torniamo quindi in centro a Nizwa per la cena.
Ci dirigiamo in mezzo alle montagne per raggiungere Al-Ayshi ed Al Ayn per visitare il parco archeologico delle tombe ad alveare. Le tombe sono antichissime ma non si sa chi le abbia costruite, sono in posizioni molto panoramiche. Per raggiugerle facciamo una passeggiata tra orti curatissimi ed attraversiamo un grosso torrente in secca. Proseguiamo quindi seguendo una strada interna tra le montagne con paesaggi veramente interessanti e vari in direzione di Mushaquash ed Ibri. Ad Ibri ci sono due forti, il più piccolo ed antico è chiuso mentre quello più vasto, e restaurato solo in parte è aperto e molto interessante. Visitiamo anche una città completamente diroccata. Percorriamo poi la strada panoramica che passa per Yahqui fino a Sohar sulla costa. Passeggiamo sul lungo mare e ceniamo in un ristorante di pesce vicino al mercato ittico.
Al mattino fotografiamo l’alba sulla spiaggia ed il mercato del pesce. Ci riposiamo un po’ in albergo poi partiamo seguendo la costa su una minuscola stradina a tratti sterrata fino a Saham, dove entriamo in autostrada fino ad Al Khabwrah, dove ci dirigiamo verso l’interno su di una strada panoramica che passa da Mnkin fino a Rustaqu dove pensavamo di dormire, ma non ci sono strutture. Rustaqu ha un bel castello ma è chiuso. Il paesaggio è molto bello e pittoresco con canyon e dirupi. Proseguiamo lungo la valle finché incrociamo ed imbocchiamo il Wadi Bai. La strada sul fondo è nuovissima e ben fatta. Le pareti sono strettissime, verticali, ed altissime. Proseguiamo verso Nakhi il cui castello è arroccato su alcune rocce arrotondate. Proseguiamo fino a Barka sulla costa e percorriamo un tratto della costiera.
Gironzoliamo nel mercato del venerdì sulla spiaggia di Barka in prossimità del forte. E’ un po’ una delusione, ma è l’occasione per visitare la nuovissima marina ed il suo mercato del pesce. Il tutto è un po’ come una Muscat in miniatura. La cosa che ci lascia a bocca aperta è che nel porto nuotano diverse tartarughe verdi, che ogni tanto emergono per guardarci. Proseguiamo verso Nord verso Mussanha che è la sede principale della marina omanita. Speravamo di vedere grandi navi, ma in realtà la zona è interamente protetta da alte mura che impediscono qualsiasi visione della baia. Il paesino è polveroso e sulla sabbia sono sedute alcune donne con vestiti e veli coloratissimi che ci offrono del te. Facciamo un giro a Seeb dove dovrebbe esserci un bel mercato, ma in realtà è tutto chiuso. Ritorniamo a Muscat. Ci rechiamo a Mutrah (nel porto) per prenotare un giro in barca per il giorno successivo. Ci sorprendono nuovamente le tartarughe che nuotano proprio sotto alla passeggiata. Guardando meglio vediamo attraverso l’acqua trasparentissima pesci colorati ed attinie. Visitiamo ancora una volta il mercato, che questa volta è più animato ed interessante. Compriamo dell’incenso e del cardamomo. Andiamo a Qurm, gironzoliamo nel quartiere delle ambasciate e dei grandi hotel internazionali con relativi parchi, ed andiamo anche al luna park notturno.
Al mattino facciamo un giro di 3 ore in barca per avvistare i delfini, che sono tantissimi, ma ci sono troppe barche e non riusciamo ad avvicinarci molto, alcuni pescatori, forse infastiditi dai turisti, passano a tutta velocità disperdendo i branchi. Osserviamo un lungo tratto di costa rocciosa con bellissime insenature con resorts e porticcioli turistici. La scogliera ha alcuni archi naturali nei quali si può passare con la barca. Pranziamo a Mutrah poi ci rechiamo verso Al Muji (sulla costa in prossimità dell’aeroporto internazionale) che è il quartiere più nuovo e cosmopolita di Muscat. Tra i palazzi e la marina nuovissimi si tiene un raduno di auto sportive da capogiro. Centinaia di Ferrari, Lamborghini ed altre favolose auto da corsa. Ci chiediamo dove possano circolare delle auto così basse su strade come quelle omanite che sono in buona parte sterrate, ma ci rispondiamo da soli, perché abbiamo visto la sera precedente che di notte, in alcuni punti della città, si radunano gruppi di giovani per sfoggiare le loro auto e fare piccole sfilate (e gare). Sul viale centrate vediamo una lunga fila di interessanti bancarelle che vendono articoli artigianali e prodotti biologici. Verso sera torniamo in Hotel. Facciamo anche un giro all’Ikea perché eravamo curiosi di sapere se fosse come in Europa. E’ esattamente uguale, gli articoli hanno gli stessi nomi impronunciabili e gli stessi prezzi. Torniamo alla Gran Mall per la cena.
Visitiamo subito l’interno della moschea dietro l’hotel ,dove siamo quasi gli unici visitatori. (ed è un peccato perché vale veramente la pena) L’Imam ci presenta un giornalista afgano dall’aspetto molto curato con cui ci intratteniamo a chiacchierare per un po’. Ci dice che avrebbe piacere di visitare l’Italia ma che non può ottenere il visto essendo afgano. Ci chiede se in Europa abbiamo problemi con i musulmani. Gli spieghiamo che in Europa non abbiamo problemi con nessuna religione del mondo, e che nelle nostre chiese (a differenza delle moschee dove l’ingresso ai non musulmani, o non è consentito, oppure è consentito soltanto in giorni ed orari limitati) può accedere chiunque quando vuole. I problemi sorgono soltanto quando avvengono attentati da parte di terroristi islamici. A quel punto la gente ha paura, e diventa sospettosa. Proseguiamo verso sud fino a Wadi Mayt, poi proseguiamo verso Mazara. Pranziamo presso la più grande diga artificiale dell’Oman, circondata da montagne altissime. Torniamo verso nord sulla statale 17 con una deviazione verso la costa su una strada panoramica in direzione di Yitti (che però non raggiungiamo). La strada passa sul fondo di un Wadi ed è in gran parte sterrata. Torniamo a Mutrah per un ultimo giro della marina e del suq. Ceniamo sulla passeggiata poi rientriamo in albergo. Partenza
Un viaggio consigliatissimo per tutti. Un popolo sincero e gentile in una nazione sicura (2023). Un viaggio che, se si esclude il volo aereo, è molto conveniente economicamente. Ampi spazi, clima ottimo (da Ottobre a Marzo), ottime strade, alberghi puliti e economici, mare pulitissimo con tartarughe ovunque, cibo ben preparato, anche se per qualcuno i “ristoranti” turchi e indiani potrebbero non piacere.
Una regione da visitare sicuramente in periodi “non caldi”,
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