Dopo il nostro primo viaggio in viaggio del 2011 in Vietnam Laos Cambogia organizzato da Asiatica Travel di Hanoi, abbiamo deciso di ritornarci, ma con un itinerario più specifico e meno turistico. Visitare la parte nord del Vietnam e i villaggi dei pescatori nel Sud. Unico neo, il costo spropositato del volo aereo. 28 giorni di vero viaggio fotografico
Partenza da Milano Malpensa con due ore di ritardo. A Dubai dovevamo stare cinque ore in realtà sono 3 così non si può organizzare un’uscita in città, ma alla partenza da Dubai colpo di c….fortuna: ci viene proposto un upgrade alla business!!!
Viaggiamo come pasha. Il sedile diventa un vero letto I pasti sono deliziosi (specialmente la colazione) e ci viene regalato un prezioso necessaire a testa di Bulgari pieno di prodotto cosmetici.
Arriviamo ad Hanoi verso l’una, ora locale, sotto un diluvio universale. L ’autista che ci aspetta in aeroporto ci porta subito in hotel in pieno centro e ci ritroviamo nella città vecchia. Usciamo subito a fare un giro ed a vedere la ferrovia che passa tra le case. Fa un caldo soffocante con un’umidità del 100% . Alle 19.00 viene ad incontrarci Moa dell’Asiatica Travel. Ci porta un regalino e ritira i soldi del saldo, poi usciamo per cena e mangiamo in un posto lungo la strada, non certo lussuoso ma il cibo è buono. Già stanchi torniamo in albergo con l’aria condizionata.
Si parte per Ninh Binh alle 08.00. Arrivati a destinazione facciamo subito un giro in barca di 3 ore. Per fortuna pioviggina poco (a tratti spunta il sole) Il percorso (molto pieno di barche ) evidentemente fatto apposta per i turisti ci fa gironzolare tra picchi calcarei e visitare alcune pagode (probabilmente appena finite ) ma comunque belle. Proseguiamo visitando i templi dei re Dinh e Le del X secolo (ma rifatti nel 700) arriviamo alla base di un picco dove dovremmo fare 550 gradini molto verticali per aggiungere la pagoda della grotta della danza, dalla quale si dovrebbe dominare il panorama, ma siamo stanchi e ci rinunciamo. Il caldo/umido ci sta’ già liquefando. Gironzoliamo a fotografare i contadini nelle risaie. Alla sera in paese Ninh Binh vediamo un centinaio di ottuagenarie che ballano a ritmo di musica su un piazzale, tutte sorridenti e con una rigorosa maglia rossa con stella gialla. Ceniamo in paese e poi scopriamo che qui i Karaoke (per i quali i vietnamiti hanno una vera passione) sono ospitati in locali creati sul tetto di pullman illuminati come carri psichedelici.
Partenza per la valle di Mai Chau. Lungo percorso fino alla casa di un abitante Thai che ci serve un’ottima cena Raggiungiamo il Mai Chau Ecolodge ed usciamo sotto la pioggia a passeggiare tra le risaie. Visitiamo tre villaggi ed entriamo nelle case degli abitanti che sono estremamente gentili e disponibili. Molti cani ci girano attorno pacifici, purtroppo scopriamo che vengono tenuti come animali domestici ma appena raggiungono i tre o quattro anni ed ingrassano un po’ vengono cucinati. Cena nel lodge e spettacolo di danze tradizionali.
Partenza in direzione di Nghia Lo, capitale del Thai. Per strada vediamo produrre i foglietti per il compensato. Il paesaggio è collinoso ma i locali stanno disboscando tutti i ripidi versanti (per produrre compensato) e così le colline di terra rossa ripidissime franano. Visitiamo un villaggio tra le risaie ed andiamo a dormire in una casa tradizionale, dove ceniamo a tavola con tutta la famiglia. Tutti gentilissimi e cibo buonissimo. Dormiamo sul pavimento di teak con un materasso comodo sotto una zanzariera, di una casa su palafitta bellissima.
Avremmo dovuto andare verso Mu Chang Chai passando su passi montani con risaie a terrazza, ma dobbiamo cambiare programma perché la strada è stata spazzata via da un fiume in piena, e la casa in cui avremmo dovuto dormire è rimasta senza corrente. Andiamo direttamente a Sapa passando molto vicino al confine cinese da Yen bai e Lao Cai. Quest’anno sono già arrivati 17 tifoni quando normalmente in un anno ce ne sono solo 7 o 8. La strada è piena di frane ma il percorso è carino perché si vedono belle risaie a terrazza e signore di etnie Red Dzao e H’mong che vendono frutta verdura e pannocchie arrostite. Al mercato compriamo cuscini ricamati da una simpatica novantenne. Dormiamo al Relax hotel di Sapa. Sapa è immersa nella nebbia. Ci sono circa 20 gradi e pioviggina. Qui si vendono magliette false di tutte le marche per circa €5
Ceniamo all’Indigo che è un ristorante molto carino tutto di teak con pannelli ricamati coloratissimi. Un ragazzo suona il flauto molto bene, tranne l’ultimo pezzo decisamente stonato.
Ci dirigiamo verso una vallata laterale. La strada ha diverse franette ma è transitabile. A piedi visitiamo un villaggio di Zhao rossi con delle signore molto carine che vendono i loro ricami
Visitiamo la casa di legno di una famiglia. E’ molto bella ed interessante. In una casa vivono una decina di persone di quattro generazioni. Visitiamo un altro villaggio poi torniamo a pranzo a Sapa in un altro ristorante di legno molto carino, (ma in bagno è un fuggi fuggi di scarafaggi.) Ci dirigiamo poi verso un’altra valle dove a piedi percorriamo una stradina di campagna tra le risaie. Anche qui gli abitanti sono molto gentili. Torniamo a Sapa e camminiamo una ventina di minuti fino al mercato deve compriamo altri ricami. Visitiamo i villaggi di Bang Khoang, Ta ariana pin and Martra. Alla sera mangiamo una pizza in un ristorante cinese ed andiamo a dormire stanchi
Partiamo in direzione della valle Merring Tua di Ta Van e lungo un bel percorso circolare a piedi visitiamo tutta la valle a partire dal villaggio di Y link Ho. Scendiamo a Lao Chai Anche qui visitiamo case private, bei negozi e siamo costantemente seguiti da un codazzo di donne e bambine che vogliono venderci oggetti ricamati Compriamo di tutto, ma sbucano sempre fuori nove bambine che voglio vendere qualcosa anche loro. Impossibile accontentarle tutte. Cena nell’ homestay dove abbiamo un bungalow nuovissimo che profuma di pino appena tagliato ed un bagno bello e pulitissimo. Ceniamo a tavola con i proprietari. Sono molto simpatici e come in tutte le Homestay servono una grappa fatta in casa. A parte l’autista che non può toccare alcool perché ad un controllo della polizia si misurerebbe ancora domani mattina, il proprietario e la guida bevono parecchio. Ci ritiriamo per evitare di bere troppo anche noi.
Visitiamo un villaggio Thai vicino all’ homestay andiamo in macchina fino vicino ad una foresta di bamboo camminiamo in sentieri sopraelevati tra le risaie, vediamo una cascata, una diga piena di rifiuti e torniamo alla macchina e percorriamo 6 ore tra valli scoscese. Ogni valle ha una vegetazione diversa. Passiamo attraverso il cantiere per una diga e poi facciamo una ventina di km su una strada una corsia praticamente distrutta. Vediamo moltissime frane, quasi tutte di terra rossa, perché i vietnamiti tagliano le strade nei versanti senza preoccuparsi di stabilizzarli. Poi ogni tanto ci sono enormi massi in strada che sono rotolati giu da molto in alto, non si vede da dove possono arrivare, ma si vede la strada che hanno fatto perché hanno macinato tutto. Raggiungiamo un resort stupendo nella foresta pluviale tra bambù giganti e laghetti di loto giganti. Abbiamo una camera che in realtà è una villetta. Peccato sia pieno di insetti. Comunque su richiesta ci passano un po’ di insetticida ed il problema in camera è risolto. La cena è ottima ma poco gustosa rispetto agli homestay dove coltivano la verdura dietro casa. Dormiamo benissimo. Location stupenda se non avesse piovuto tutto il tempo, molto romantica.
Alle 6 del mattino non piove, così facciamo un giro nel parco del resort, che è veramente stupendo, tra ciuffi di bamboo gigante, laghetti di ninfee con carpe giganti colorate ed ogni sorta di fiore e di farfalle. Vedo anche una vespa blu. Partiamo poi per un giro a piedi di un’ ora e mezza tra case thai , risaie e bufali. Riprendiamo la tortuosissima e semidistrutta strada di ieri per tornare indietro, poi voltiamo sulla statale verso la regione di Hoang Su Pin verso il villaggio di Ha Thanh. A metà strada l’autista pretende di fermarsi in un ristorante veramente urfido e poco igienico. Io e Gian chiediamo di non fermarci e proseguire fino alla prossima città ma l’autista è irremovibile. Proponiamo che autista e guida mangino tranquilli mentre noi andiamo a comprare delle banane, ma loro si rifiutano. Io non mangio. Riprendiamo la strada e ci rendiamo conto che dopo mezz’ora c’era una città con moltissimi ristoranti decenti. L’autista fa un giro strano e si ferma in mezzo alla strada a telefonare finché ci raggiunge una tipa con un sacco che lui carica sulla macchina. Proseguiamo fino al villaggio Thai nostra meta di oggi. Qui ci sistemiamo in Homestay (non male) e partiamo per un giro a piedi del paese. Vediamo diverse persone al lavoro, bambini ed anziani nelle case. Poi in camera per una doccia ed un po’ di air-con dal momento che il caldo è veramente afoso. Verso sera torna una leggera pioggerellina, ma si può dire che questa è stata la prima giornata non di pioggia. Cena in homestay con turista americana di 22 anni simpatica ma un po’ sciroccata in cerca di cannabis
Alle 6 di mattina Gian fa una passeggiata nel paese, con il megafono nella piazza principale che da informazioni culturali e politiche ai cittadini. Dopo colazione partiamo con il sole verso un mercato locale proseguimento verso i monti gemelli (che sembrano due teste) poi verso lo Snake Pass dove bellissimi bambini con ghirlande e decorazioni di fiori si fanno fotografare senza chiedere nulla in cambio, in ogni caso questa è una tappa obbligatoria per tutti i turisti. Visitiamo un villaggio di alta montagna con case di adobe. Proseguiamo sull’altopiano calcareo fino al palazzo del re H’Mong Vuong Chi Sinh in pietra e legno pregiato. Arriviamo per la notte a Dong Van. Piacevole cittadina con strade ampie ma niente traffico dove c’è anche un mercato notturno. Ci sistemiamo in un Hotel decisamente cinese, maestoso, freddo, di cattivo gusto ma pulito. Il Hoa Cuong.
Alle 6 di mattina gironzoliamo nel mercato domenicale di Dong Van. E’ il paradiso dei fotografi. (praticamente nessun turista) Per il resto c’è veramente di tutto. Persone di otto etnie diverse con ogni sorta di merce, dal cibo, all’abbigliamento, al bestiame, mucche maiali cani e galline. C’è il barbiere, la zona ristorante, i venditori di attrezzi agricoli. Dopo aver fotografato l’impossibile, breve doccia e partenza per il passo di… a 1500 metri dove il paesaggio è impressionate. Montagne acuminate coperte per intero di vegetazione precipitano fino a fondo valle , dove si nota un bellissimo fiume cha fa da confine con la Cina. Percorriamo un pezzo dello Sky walk fino ad un piccolissimo villaggio, dove fotografiamo alcuni bambini minuscoli. Proseguiamo per altri passi e vallate, sempre con paesaggi incredibili. Pranziamo alle due in un ristorante locale decisamente pittoresco. Sull’igiene non mi pronuncio. Il riso fritto era comunque buonissimo.
Raggiungiamo infine il nostro resort, a Khuoi Khon dopo qualche traversia, perché dobbiamo cambiare fuoristrada per riuscire a superare alcune frane. La posizione è panoramicissima, a picco su risaie a terrazza e minuscoli campi di mais intervallati da ciuffi di bamboo ed alcuni alberi solitari di grandi dimensioni. Ci fermiamo anche se è presto a goderci il panorama in assoluto relax. Ceniamo nel resort. Questo è un Eco Lodge: cioè non hanno la televisione, tutto il resto è come in un normale hotel, e il WiFi è ottimo.
Partiamo presto, visitiamo alcune case del villaggio poi facciamo una strada infinitamente, lunga, tortuosa e dissestata fino a Ba Be ed al suo lago, che si trova in mezzo ad una foresta protetta che serve a capire come fosse il Viet Nam del Nord prima della deforestazione. Vi sono alberi stupendi intervallati da foreste di bamboo. Dicono che ci siano animali ma non sentiamo neanche un uccello. L’unico animale che vediamo è un serpente che ci attraversa la strada mentre a piedi raggiungiamo le grotte di Hua ma . Le grotte sono bellissime, vaste, ben illuminate con colori che cambiano. Tornati dalle grotte facciamo un giro tra le risaie e ci facciamo incantare dalle farfalle. La homestay è piuttosto brutta, non troppo pulita e senza finestre (però c’è la zanzariera)
Al mattino partiamo in barca e navighiamo per tre ore sul lago dei tre fiumi (lago naturale creato dalla confluenza di tre fiumi). A Ba Be Siamo in una riserva naturale ma di animali nemmeno l’ombra, in tre ore vediamo tre uccelli rossi, un martin pescatore e basta. Visitiamo le grotte di Puong (che si attraversano anche in barca). Risaliti in macchina proseguiamo fino a Cao Bang dove mangiamo (bene) nel ristorante di un amico della guida. Doccia e riposino in albergo (bello e confortevole) Passeggiata nel mercato locale, che però non è particolarmente affascinante, Giretto in città e ritorno in albergo. Cena da Pedro’s Pizza
Visita ad un villaggio di thai fabbricanti di bacchette di incenso. Lungo i sentieri del paese sono stese ad asciugar stecche di bamboo che fanno da supporto ai bastoncini. In tutte le famiglie si battono i bastoncini su una polvere di incenso inumidita finché si crea uno strato sufficiente di incenso, poi sono messe ad asciugare a mazzetti in apposite basette cilindriche cave di cemento lungo la strada. Fotografiamo anziane e bambini.
Il villaggio successivo è quello dei fabbricanti di coltelli. I fabbri battono sull’incudine l’acciaio fino a formare i vari tipi di lama quindi procedono con la tempra. Naturalmente compriamo due coltelli (in Italia scopriamo che tagliano in modo perfetto). Attraverso un paesaggio bellissimo di montagne molto scoscese ma con la punta arrotondata, stile dipinti cinesi, che spuntano da risaie bellissime tra le quali scorrono fiumi serpeggianti, raggiungiamo le cascate Ban Giok che sono veramente notevoli. Diversi gruppi di nastri bianchi di seta scendono dalle rocce in un paesaggio ridente. Alla base delle cascate il fiume è percorso da decine di chiatte di bamboo invase di turisti. Dopo le cascate raggiungiamo le grotte di Nguang Ngao che sono piuttosto impressionanti sia per la vastità che per la bellezza delle formazioni. Proseguiamo per Lang Son, che è un’anonima cittadina in prossimità del confine con la Cina. In Compenso l’hotel è veramente bello, ma non riusciamo a trovare un ristorante decente (dicasi sufficientemente pulito) ne troviamo uno dove si può fare carne alla griglia al centro del tavolo Ma la bistecca è grassissima e durissima, la dobbiamo tagliare a pezzettini con le forbici per poterla prendere con le bacchette.
Lungo trasferimento verso la baia di Ha Long, e ci fermiamo per visitare uno dei mercati (per turisti) di perle e dipinti. Nonostante non comperiamo nulla debbo dire che i prodotti erano ottimi come i prezzi più che ragionevoli. Caldo afoso, e finalmente saliamo su un tender che ci porta alla nostra nave dove scopriamo che la camera è bellissima e grande. Pranziamo a bordo (molto bene) poi veniamo portati dal tender in un’altra parte della baia dove un sampan ci porta fino ad attraversare una grotta sotto i pinnacoli calcarei. Al ritorno ceniamo (benissimo). Assistiamo per un attimo alla pesca notturna dei totani dalla nostro barca e andiamo a dormire soddisfatti della giornata.
Al mattino prima colazione, poi ci trasferiscono, prima con il tender, poi in pullman, fino ad una grotta, molto interessante. Torniamo poi a bordo e facciamo un brunch dopo di che torniamo a terra. Proseguiamo verso Hanoi. Il viaggio è lungo e poco interessante. Ci riposiamo in albergo (centro città, a un isolato dal lago) poi andiamo a cena da una famiglia locale veramente gentile e simpatica. Il figlio di 12 anni studia l’inglese e ci fa da guida nelle stanze della casa poi ci porta nel suo regno, un terrazzo quadrato pieno di piante di orchidee. Una ha le foglie mangiucchiate in punta, ma ci spiega che le ha medicate con una cera rossa, poi ci racconta che un mattino ha trovato il gatto del vicino della casa dall’altra parte della via che lo aspettava seduto dove si trovava lui il giorno precedente. Inspiegabilmente aveva rosicchiato un’orchidea. Dato che il terrazzo era al terzo piano riteneva che il gatto fosse arrivato camminando su un filo elettrico che unisce le due case. La sorellina di 9 anni suona il pianoforte. Ci spiega di avere imparato su YouTube. Anche il fratello ha imparato l’inglese su YouTube. La ragazzina ci fa un ritratto, dopo essersi scusata per non sapere come rappresentare un uomo senza capelli (GianMaria). Torniamo in centro e facciamo il giro del lago in mezzo al mercato notturno, veramente affollato e pieno di spettacoli.
Al mattino andiamo al mercato centrale dove viene venduta ogni genere di merce. Gironzoliamo nei dintorni ed osserviamo da vicino la vita dei vietnamiti. Troviamo una banca e cambiamo dei soldi. Nel pomeriggio dopo un pisolino riprendiamo l’esplorazione del quartiere vecchio e prenotiamo per la cena nel ristorante 4ps di fronte all’hotel. Si mangia benissimo, è molto bello ed i prezzi sono onesti, ma a tavola realizziamo che Gian ha lasciato il suo passaporto in banca. Il problema è che domani è domenica e le banche sono chiuse, e dobbiamo prendere un volo per Na Trang. Senza passaporto non può volare. Torniamo in centro cercando almeno di individuare quale è la banca dove abbiamo cambiato.
Non ci riusciamo perché il centro è tutto bloccato e c’è un casino disumano, al sabato sera tutta Hanoi va in centro a festeggiare e mangiare. I posti poi di sera sono irriconoscibili perché le vie sono trasformate in ristoranti all’aperto. Torniamo in camera esausti.
Dopo una ulteriore inutile ricerca della banca ( 6 di mattina), concordiamo con l’agenzia che l’unica soluzione è contattare l’ambasciata per avere un documento sostitutivo del passaporto. L’ambasciata ci risponde che potranno rilasciare il documento per il solo uso di rientro in Italia ma non per uso interno in Vietnam, ed in ogni caso sarebbero serviti alcuni (4/5) giorni.
Concordiamo con l’agenzia che io proseguirò il viaggio come da programma, mentre Gian Maria, anziché prendere l’aereo, verrà a Na Trang in pullman (ci vogliono 25 ore). Così ci dividiamo. L’autista mi porta all’aeroporto ma c’è un temporale fortissimo e molte strade sono allagate. L’acqua arriva alle portiere del fuoristrada (che è alto) Non si vede quasi nulla e molte macchine sono ferme in mezzo alla strada. Si verificano numerosi tamponamenti. Il volo su Na Trang parte in ritardo perché si deve attendere che le condizioni meteo consentano il decollo. L’atterraggio a Na Trang avviene con un vento laterale fortissimo. E’ il peggior atterraggio che io mi ricordi. A Na Trang il clima è tempestoso ma non piove e finalmente la temperatura è sopportabile ed è ventilato. Ceno in un ristorante sulla passeggiata e torno nel mio lussuoso hotel.
Alle 5 vedo che il cielo si fa rosa e che molti stanno facendo il bagno. Gli altoparlanti in spiaggia trasmettono musica rilassante ad alto volume.
Infilo un paio di pantaloncini, prendo la macchina foto e scendo a fotografare l’alba sul mare. La gente sulla spiaggia fa ginnastica guardando il sole che sorge. Torno in camera per riposare ancora un’oretta poi scendo a fare colazione Buffet completissimo, ma devo stare attenta perché appena mi alzo per prendere qualcosa mi portano via la tazza del the, in questo hotel come appoggi un piatto sul tavolo te lo portano via, e scopro che una famiglia di cinesi si siede al mio posto. . Dopo colazione mi comunicano che la guida anziché alle 9 arriverà alle 10,15 perché verso le 11,30 dobbiamo recuperare Gian Maria ad un distributore. Vado a fare una passeggiata lungo il mare, ma il caldo è ormai insopportabile e decido di rientrare per una doccia prima di partire. Quando arriva la guida (che è una ragazza molto simpatica) ci dirigiamo verso il posto dove deve arrivare Gian Maria, ma le comunicano che arriverà a mezzo giorno. Così ci sediamo in una caffetteria e chiacchieriamo per far passare il tempo. Quando arriva Gian ha l’aria in po’ stravolta, ma meno di quanto me lo aspettassi. L’autista tutto sorridente ce lo consegna con il fare protettivo di un autista di scuolabus che riconsegna un ragazzino ai genitori. Nel frattempo Gian ci aveva anche mandato dei filmati delle oche e dei pulcini stipati nel bagagliaio del bus al posto delle valige. In effetti il bus è piuttosto vecchiotto e pittoresco. (Very local). Viaggiamo per un pario d’ore in paesaggi collinari simili ai nostri. La pianura è intensamente coltivata. Ci sono anche parecchie vigne a toppia. La cosa strana è che gli acini hanno la forma di dita allungate. Arriviamo poi sulla costa che assomiglia moltissimo alla Sardegna sia per il mare turchese che per i blocchi di granito dalle forme strane. Pranziamo in un villaggio di pescatori Vinh Hy. Proseguiamo poi verso le saline dove voliamo con il drone. Ci portano poi al resort che è a qualche chilometro dal paese. Chiamiamo un taxi per farci portare ad un ristorante ma non c’è nulla di decente. Mangiamo comunque ottime costine d’agnello e gamberoni.
Veniamo portati al villaggio di Bho Truc per vedere alcune donne che modellano l’argilla in modo particolare. Sono donne Cham non hanno mai inventato il tornio, ed allora sono loro che girano attorno al vaso che rimane fermo. Hanno un’abilità straordinaria ed il vaso è perfettamente rotondo. Nel laboratorio c’è un’immagine di Don Bosco. Proseguiamo poi per il villaggio di By Nhiep dove altre donne Cham tessono cotone e seta. Fanno tessuti molto belli e colorati e compriamo due scialli e due beauty-case.
Per strada i contadini stendono il riso ad essiccare ma a volte coprono completamente la strada così si è costretti a passarci sopra. Veniamo poi condotti al resort Hong Co a Ca na che è in un posto molto bello sulla costa con enormi blocchi di granito arrotondati e menhir naturali. Ci godiamo il paesaggio. Dato che il posto è isolato ceniamo in hotel e ci troviamo bene.
Insistiamo e la guida ci porta a visitare altre saline. Queste sono molto più grandi ed interessanti. Visitiamo un altro villaggio di pescatori Phan Ri. Veniamo poi portati a visitare uno stagno pieno di fiori di loto bianchi e rossi selvatici. In realtà ci portano con un fuoristrada scassato su alcune dune di sabbia e poi ad un lago dove di loti non c’è neanche l’ombra. La nostra intelligentissima guida ci spiega che alcuni anni prima dei monaci hanno portato delle lumache nel lago e che le lumache si sono mangiate tutte le piante di loto, e così’ non ce ne è neanche più l’ombra da un po’ di anni. (E lei non lo sapeva?)
Veniamo poi portati a Mui Ne in un resort (Pandanus Resort) semplicemente magnifico. Il parco è enorme , con ogni sorta di pianta e di fiore. Vi è un lago pieno di loti ed una piscina stupenda. Mangiamo sul bordo del mare, ci riposiamo, poi facciamo una passeggiata sulla spiaggia fino ad un vicino villaggio di pescatori, torniamo e facciamo un bagno in piscina magnifica ma che è insopportabilmente calda alle 7 di sera. Ceniamo nello stupendo ristorante dell’hotel che è una grande struttura aperta di teak veramente bellissima con cascate piante e lampadari di bambù a forma di medusa.
Dopo una favolosa colazione a buffet, ci accompagnano al villaggio di Cui Ne per vedere scaricare il pesce sulla spiaggia e venderlo al mercato, che è veramente pittoresco. Raggiungiamo le dune rosse dietro il nostro resort (con il drone scopriamo che arrivare in punta non ha senso) e dopo una doccia partiamo alla volta di Saigon, lungo la quale ammiriamo altre dune, per strada vediamo ettari di coltivazioni di dragon fruit che vengono venduti al bordo della strada se ne vedono piramidi enormi. Sono giganteschi e ce ne sono di tre’ colori gialli verdi e fuxia.
Ad una stazione di servizio mi compro delle patatine fritte fatte con ogni tipo di verdura. Arriviamo a Saigon e dato che fino alle due la camera non sarà pronta lasciamo le valige e dopo uno spuntino facciamo un primo giro nel mercato centrale (che è l’solato accanto all’hotel). E’ la fiera del tarocco, c’è veramente di tutto, e fatto anche molto bene. Naturalmente compriamo qualcosa. Gironzoliamo nei dintorni poi chiediamo ad un tassista di portarci a chinatown ma in un primo momento pensiamo che ci abbia portato da un’atra parte perché il quartiere non è affatto come ce lo aspettavamo. Torniamo in centro. Ceniamo in un ristorante in centro su di una terrazza con vista sulla strada e il mercato.
Gironzoliamo per il centro. Ripassiamo nel mercato coperto, poi ci dirigiamo verso Saigon square dove troviamo un favoloso centro commerciale di proprietà giapponese. Stanno celebrano il moonkake festival e ci sono diversi spettacoli, e soprattutto fanno assaggiare i biscotti (che sono buonissimi) ed hanno delle confezioni che sono vere opere d’arte. A Saigon square troviamo poi un’altro mercato del tarocco (enorme) specializzato nelle scarpe. Giriamo un po’ e mangiamo alla Cocotte un tagliere di salumi e formaggi squisito, un locale al centro di un cortile, dove si trovano altri locali simpatici e punto di incontro di un turismo giovane. Dopo un riposino gironzoliamo ancora per il centro. Ci facciamo portare da un tassista a visitare una pagoda che però era in restauro. Fortunatamente un ragazzino spiega al nostro autista dove portarci per vedere un’atra pagoda molto antica. La nuova pagoda è quella di Chua Giac Lam Co Tu Nam ed è del 1700, ci piace tantissimo in quanto ha fascino e misticismo. Visto il nostro entusiasmo il tassista ci porta ad un’altra pagoda (più nuova) dove i monaci stanno pregando, e recitando le preghiere all’unisono. Alla sera ceniamo poi in un ristorante giapponese molto carino, ci sediamo all’entrata davanti alla cucina, in modo da poter vedere come lavorano i cuochi: ottima scelta.
Alla mattina, dopo un ultimo giro per acquistare un lucchetto andiamo a visitare un centro sportivo dove si insegna tiro con l’arco
Prediamo l’aereo per Hanoi, dove soggiorniamo nello stesso hotel vicino al lago e rituriamo la valigia che avevamo lasciato prima della partenza, dopo il solito giro del lago e riposino, ceniamo nel bellissimo ristorante 4Ps (evitando di poco un violento temporale). Facciamo poi un nuovo giro del lago che al sabato sera brulica di gente (anche se il temporale ha ridotto l’affollamento delle strade attorno).
Ci alziamo alle 5,30 per vedere la luce dell’alba sul lago e soprattutto tutti gli abitanti che fanno ginnastica, Yoga, Tai-chi, ciclismo, corsa ed ogni altro tipo di attività fisica. Torniamo per colazione ed usciamo di nuovo girando tra le pagode della città vecchia fino a mezzogiorno, quando distrutti dal caldo ci fermiamo in un ristorante e torniamo in albergo per un riposino. Un ultimo giro in centro per acquisti poi l’autista ci porta all’aeroporto. Voliamo su Dubai
Atterriamo a Dubai alle 5 del mattino. Avendo uno scalo di 12 ore pensiamo di prendere un bus Sightseeing per una vista panoramica della città e dei palazzi. Per raggiungere la partenza, senza uscire dall’aeroporto prendiamo la metropolitana che è sotterrane solo in parte e ci permette di vedere alcuni degli edifici più significativi di Dubai. Percorrendo un passaggio sopraelevato in un tubo di vetro con aria condizionata ci dirigiamo verso il Burj Khalifa Usciamo un attimo dal tubo di vetro, ma alle 6 del mattino fa già caldissimo. Rientriamo nel tubo dopo solo 20 minuti e raggiungiamo la Mall. E’ una città nella città, ed oltre alle centinaia di negozi lussuosissimi, vediamo una stupenda China Town, un dinosauro, un acquario magnifico, ed una spettacolare fontana alta 4 piani con statue di nuotatori sospese sull’acqua. Proviamo ad uscire, ma rientriamo immediatamente dalla porta girevole che ci aveva portati all’esterno della Dubai Mall. Ci sono 45 gradi. Gironzoliamo nella mall fino all’ora di ritornare in aeroporto per il volo verso Milano.
Quest’anno abbiamo scelto Emirates, una scelta ottima sia per il servizio sia per la puntualità.
Questo è un viaggio per chi ha già visitato la parte “turistica” del Vietnam. Purtroppo il caldo ci ha limitati non poco, e anche quando il meteo è migliorati noi non siamo stati in grado di riprenderci in modo ottimale. La stagione è corretta per il viaggio a Nord, in quanto “solitamente” il clima è ottimo, ma quest’anno ci sono stati 17 tifoni e in Cina hanno avuto grosse inondazioni.
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