Scegliere un viaggio non è sempre facile. Mete esotiche sono le prime che ti passano per la testa, ma poi, con calma, prendi in considerazione l’Italia, e quest’anno la Sardegna ha vinto il contest. Scrivere un racconto a posteriore non è sempre facile, in quanto non abbiamo più idea di cosa esattamente ci aspettavamo da questo viaggio.
La Sardegna è stata l’ennesima rivelazione di una meta turistica non sempre presa in giusta considerazione. Sicuramente Aprile e Maggio sono i mesi migliori. Non c’è ancora il turismo di massa, non è ancora arrivato il caldo di Agosto, e nel periodo Pasquale si hanno moltissime occasioni di vedere le feste locali. In più: stanno arrivando i fenicotteri. Sicuramente in questo periodo i costi per il soggiorno sono più che accettabili, ad Agosto possono aumentare di 3/5 volte.
La scoperta più grossa è stata come al solito il seguire la storia dei Nuraghi, catacombe e tutto ciò che ci hanno lasciato i nostri antenati. Anche se di preciso nessuno ha ancora stabilito le date esatte in cui la cultura nuragica sia iniziata e finita. Si hanno delle date si, ma ci sono molto dubbi, e spesso si parla di arrivi alieni ed extraterrestri, perché come nelle TOMBE DEI GIGANTI non si sa nulla e nessuno riesce ad avere delle certezze.
Siamo partiti da Torino in macchina e preso il traghetto a Genova per Porto Torres ( 12 ore ). Nel caso non riusciste a trovare una cabina vi consiglio di comperare un materassino gonfiabile, e con la Tirrenia si può dormire in un salone apposito anche in modo confortevole.
Porto Torres non è una città molto attraente ma ha un ottimo ristorante San Gavino e una bellissima chiesa. Già il primo giorni abbiamo visto una processione semplice ma carina. Tenete conto che tutte le maggiori feste sono prima e dopo la Pasqua. Porto Torres è anche un punto di partenza per visitare l’Asinara, Stintino e alcuni siti preistorici sia in città che a pochi chilometri di distanzia.:
Parco Archeologico di Turris Libisonis è alle porte di Porto Torres. Questa città Romana oggi è visitabile solo una piccola parte, in quanto l’area sarebbe molto più estesa, ma non ci sono soldi per ulteriori scavi. La visita guidata è fatta molto bene e non noiosa. 1 ora spesa bene, in quanto la storia di questa città è lunga e nasconde….altre storie.
Monte d’Accoddi si trova lungo la strada che da Sassari conduce a Porto Torres. Si tratta di un edificio sacro di tipo megalitico a forma di tronco di piramide con lunga rampa di accesso che conduce alla sommità della terrazza, dove si trova la cella del santuario. Sembra una costruzione sumerica, e in tutta la Sardegna non abbiamo visto nulla di simile.
Come in tutta la Sardegna anche questa Miniera dell’Argentiera è stata chiusa anni fa, e adesso giace abbandonata. Se non fosse per un gruppo di ragazzi che hanno vinto un concorso per la riqualificazione della miniera ora sarebbe tutta in rovina e chiusa. Sono architetti e hanno molta buona volontà e buone idee per riportare almeno i turisti in questa zona e rendere la struttura più confortevole. Se non fosse per un colpo di fortuna non avremmo potuto visitarla: la ragazza del Bar ci ha chiamato un componente del gruppo che lavora alla ristrutturazione e abbiamo avuto una guida per 1 ora. MOLTO, MOLTO INTERESSANTE la visita. Luogo ideale anche per scattare fotografie.
In 20 minuti dalla costa arriviamo al Parco Nazionale dell’Asinara. Le spiagge sono stupende e la natura è incontaminata, così come la fauna. Centinaia di asinelli e cavalli vagano tranquilli e selvaggi per l’isola. Il giro dell’isola si può fare a piedi, in bicicletta o per i pigroni come noi, in Fuoristrada. Ma con 55€ a testa sono compresi traghetto da Stintino e giro in SUV. D’estate è anche possibile fare il bagno in zone protette. Inizialmente l’isola era un lazzareto e qui sono morti moltissimi militari. Sono ancora ben presenti le strutture di contenimento. Con la visita guidata si comprende molto bene la storia dell’isola attraverso tutte le sue trasformazioni.
Carcere dell’Asinara. E’ incredibile come un’intera e stupenda isola sia stata requisita per decenni per gestire dei detenuti. Le strutture erano almeno 10, e i carcerati potevano anche coltivare e dedicarsi alla pastorizia.
Alghero è piccola ma molto caratteristica e affascinante. Visitare gli stretti vicoli e le imponenti e perfette mura è un piacere. Le vie sono strette e a ogni isolato cè un ristorante. La gioia dei turisti. Piccole botteghe si affacciano lungo la via, ma ci sembra che non sia artigianato vero. Ogni 3 ristoranti però ce un negozio che vende corallo locale. Noi comperiamo dei souvenir in corallo, ma non locale, tanto non ci fidiamo in quanto non siamo in grado di capire la differenza, e in ogni caso sono molto belli lo stesso.
Quasi per caso siamo arrivati a Olmedo per vedere la processione del 1 Maggio. Stupenda processione locale e qui troviamo solo persone che vivono in questo piccolo paese. Tutto il turismo isolano è a festeggiare a Alghero il 1 Maggio.
La gente locale è molto accogliente e ci spiega come funziona la processione, come si svolgeva negli anni passati e il macellaio ci porta anche al ristorante locale raccomandandoci al gestore (in quanto è pieno e noi non mangiamo il menu pasquale!)
Sei in città e scopri una comunità. Anarchica? Respublica. Non lo so, ma a loro non ha dato fastidio il fatto che io fotografassi i loro luoghi, il loro mondo. Massimo rispetto a tutti.
A Torino non succede lo stesso. Qui ad Alghero tutto sembra semplice, la gente sorride, ti invitano. Si fermano a chiacchierare. I locali sono tutti aperti al pubblico e non sembri essere un estraneo. Siuramenteè un vero centro alternativo di cultura.
Stupenda. Non abbiamo altre parole per descriverla. Era una giornata uggiosa e all’improvviso si staglia al fondo della via. Piccola, minuta, ma piena di particolari e di fascino. ( PS. ci hanno detto che il ristorante accanto è ottimo! )
La necropoli di Moseddu è la prima serie di Domus de Janas. Lasciata la macchina si procede a piedi per 15 minuti, ci accolgono dei bellissimi cani da guardia delle pecore. Relativamente grande la Domus e in ottima conservazione. è un sito archeologico situato alle pendici dell’antico vulcano di monte Cuccuruddu, nella regione storica del Meilogu, Sardegna nord occidentale.
Necropoli di Corona Moltan In tutta la Sardegna si trovano le Domus immerse nella natura. A volte abbandonate, spesso recintate in campi verdi. In ogni caso sono da visitare perché hanno sempre paesaggi interessanti. In questa siamo stati accolti da un gregge di pecore e abbiamo avuto tempo per vedere come lavorano i canii da guardia. Siamo arrivati in punta alla collina, e nessuno attorno, fa sempre effetto lasciare la macchina con tutte le borse in mezzo al nulla e poi avventurarsi in una campagna dove non vedi mai nessuno. Però qui ci sentivamo tranquilli.
Carina, ottima posizione. Ma la Sardegna offre di meglio. Ce una visita guidata, ma dato che era domenica e c’era la messa non l’abbiamo fatta. Quindi abbiamo solo 2 foto classiche.
Sicuramente uno dei più visitati e belli
A pochi Km dal più famoso nuraghe di Santu Antine un bellissimo nuraghe abbandonato : Nuraghe Oes. Meno male che ci sono le indicazioni lungo la strada, da soli non lo avremmo trovato. Nonostante sia un po pericolante si può visitare e salire su un terrazzamento senza pericoli. Una visita da non perdere. Non ha nulla in meno di quelli più famosi, e poi ci si sente un po esploratori .
Necropoli da visitare assolutamente. Visita guidata molto bella e istruttiva. La storia di questa necropoli si perde nel passato, ha vissuto moltissimi utilizzi. E’ conservata in maniera stupenda. Non si può saltare la visita. Unico neo: la biglietteria… incredibilmente si trova a 2 km dopo la necropoli, in un locale enorme. Alcuni locali che la conoscono molto bene ci hanno assicurato che in zona ce ne sono altre, sono conosciute ma mancano i soldi per pulirle dai detriti.La struttura è divisa in 3 parti visitabili, una zona in pulizia dove ci sono terme romane.
Un silenzio e una quiete assoluti, rotti soltanto da qualche ronzio e muggito, boschi fitti e incantati, con tutte le tonalità del verde.
Cordialità. Ospitalità. dopo questo viaggio queste due parole sono il più bel ricordo che abbiamo ricevuto. Ovunque siamo andati, se incontravamo qualcuno che mangiava, o preparava da mangiare, eravamo sicuri che ci avrebbero offerto un buon bicchiere di vino, dell’ottimo formaggio (sia stagionato che fresco) , magari delle olive locali.
Visitare la Sardegna in periodi non turistici per avere dei prezzi corretti.
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